Tra i punti dalienti dell'Istruzione “La conversione pastorale della comunità parrocchiale al servizio della missione evangelizzatrice della Chiesa” a cura della Congregazione per il Clero, pubblicata il 20 luglio, spicca il riferimento alla gestione economica delle parrocchie e il cosiddetto "tariffario" per le celebrazioni.
Le offerte devono mantenere il loro carattere libero, così come dice il nome stesso, devono arrivare spontaneamente e senza vincoli di cifre minime. La Santa Sede specifica che: «Deve essere un atto libero da parte dell’offerente, lasciato alla sua coscienza e al suo senso di responsabilità ecclesiale, non un “prezzo da pagare” o una “tassa da esigere”, come se si trattasse di una sorta di “imposta sui sacramenti”».
Sta al parroco riuscire a far passare questo messaggio, che le offerte sono indispensabili per la vita della parrocchia, specie in quelle più piccole, ma i fedeli non devono sentirsi in obbligo quando scelgono di dare il loro contributo. A sostegno del prete, l'Istruzione suggerisce la creazione di un Consiglio per gli Affari Economici, che vigili sulla gestione delle offerte e di tutte le entrate e uscite parrocchiane.
Altro punto molto interessante è l'apertura nei confronti dei laici che vogliono dare il proprio contributo proattivo nella comunità, fermo restando che il punto cardine di una parrocchia è sempre il prete. A lui si vanno ad affiancare laici e diaconi in qualità di assistenti e mediatori tra fedeli e religiosi, e, in condizione "strettamente necessaria" di assenza di parroci, a loro spetterebbe il compito di celebrare funzioni quali matrimoni, battesimi e funerali. Il tutto salvo approvazione del vescovo.
Si tratta di aperture molto significative, che potrebbero in qualche modo ammodernare la Chiesa, andando incontro al cambiamento.
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